Foyer 2, Teatro Studio 2
Mostra dell'artista franco cinese Li Chevalier nell'ambito del progetto From La Biennale di Venezia & OPEN to MACRO. International Perspectives, ideato e curato da Paolo De Grandis e Claudio Crescentini, dedicato alla presentazione presso gli spazi del MACRO di alcune installazioni internazionali provenienti dall’Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia.
In occasione della quarta tappa, il progetto è stato esteso ad OPEN - Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni, piattaforma artistica collegata alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, nell’intento di ampliare ulteriormente la selezione d’installazioni, con maggior respiro internazionale.
La ricerca di Li Chevalier è una ricerca estetica laddove l’estetica è il valore delle cose, svela la verità del mondo. La contraddistinguono l’eleganza e la raffinatezza di tecnica e installazione. Quando Li Chevalier lascia Pechino per Parigi la sua arte approda in una nuova dimensione dove la tradizione cinese si nutre di un contesto squisitamente occidentale che non finisce mai per assorbirla totalmente ma semplicemente la sfiora e la rende più articolata. Parallelamente la musica, coltivata dall’età di 15 anni, rimane una costante della vita di Li Chevalier; ha infatti cantato come soprano nel Coro dell’Orchestra di Parigi sotto la direzione di Arthur Oldham e Semyon Bychkov. Negli anni ha lavorato con i solisti dell’Opera di Parigi e ha collaborato con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Cinese sotto la direzione di Philippe Jordan ad un evento storico presso l’Opera di Pechino dove il solista violino Fréderic Laroque ha improvvisato una performance di fronte alla sua installazione. Ed è proprio questa passione ad alimentare di una nuova timbrica espressiva le sue installazioni. Tra le sue mostre più significative ricordiamo le esposizioni presso la Royal Academy of Art London Summer Exhibition, il National Art Museum of China, lo Shanghai Art Museum, il Today Art Museum, la National Library of China, il The Sub-Marine Base Contemporary Art Centre Bordeaux France e la State Opera China.
Li Chevalier non ama i confini, i dettami di rigide tradizioni o scuole. È piuttosto la raffinata combinazione di differenti discipline, linguaggi estetici, origini e derivazioni, che dà alle sue opere una vocazione particolare: su una traccia figurata e filosofica, l’artista conduce lo spettatore attraverso incontri misteriosi verso una profonda riflessione sui nostri sistemi di pensiero, oltre qualsiasi tentativo di egemonia artistica. Il suo concetto estetico di bellezza interroga i nessi che modellano il nostro dialogo interculturale. “…Solo la bellezza può generare il desiderio e la sua ricerca…” dice Francois Cheng.
Dopo 5 anni di profonda immersione come cantante lirica nelle compagnie operistiche della Chinese Army, Li Chevalier va alla scoperta delle maggiori capitali europee, abbracciando con entusiasmo l’atmosfera dei mitici templi dell’arte e della conoscenza come il Sciences Po, la Sorbonne University, vari istituti d’arte a Firenze e a Venezia, il London Central Saint Martins College of Art and Design, alla ricerca della verità e della bellezza.
Li Chevalier afferma di essere profondamente contemporanea ma rifiuta appassionatamente i precetti del nichilismo estetico. Le sue opere hanno un carattere primordiale. Nessuna vera emozione può scaturire dal confronto con un’opera d’arte se non attraverso il prisma dell’emozione estetica.
Come sostiene François Cheng, se immaginassimo un universo che fosse solo vero, senza che la bellezza lo tocchi minimamente, si tratterebbe di un universo unicamente funzionale, dischiuso, fatto di elementi uniformi assolutamente intercambiabili. Un universo di “robot” lontano dalla vita.
Al MACRO Testaccio di Roma Li Chevalier presenta “Polifonia”, un’installazione monumentale composta da violini e 30 opere di pittura sperimentale ad inchiostro. La “traiettoria” dell’artista con i suoi dubbi e le sue rivelazioni si estende a Roma e si apre ad un’arte che ricerca la bellezza ma che non si sottrae alla contemporaneità.
Il termine polifonia si riferisce ad una scrittura musicale a più voci, ciascuna con le sue proprie dinamiche. Indica la convergenza di più melodie parallele in un complesso musicale che rispetta i ruoli dell’armonia. La concatenazione verticale dei differenti accordi arricchisce la composizione. L’installazione di Li Chevalier, composta di diversi elementi artistici provenienti da Oriente e Occidente, è un’immagine metaforica del nostro mondo che non può più frenare il suo cammino verso uno spazio “comune”, dove nazioni e civiltà interagiscono, migliaia di storie ed eredità si incrociano.
L’opera intende rendere omaggio alla vitalità creativa nata dagli incontri, dalla tolleranza e da tutti quei valori che rendono l’Europa un terreno fertile per l’espressione e il dialogo.