Prima mostra personale in Italia dell’artista americana Sarah Braman. Quattro sculture, di cui una concepita e realizzata appositamente per il MACRO, indagano e raccontano desideri nascosti e inaspettati del nostro mondo attraverso la luce, il colore e la materia.
Le sculture della Braman sono spesso assemblaggi di oggetti di uso comune, come mobili, ferrovecchio e talvolta parti di carrozzerie, che nella loro imponente concretezza rappresentano per l’artista "monumenti alle persone che amo, alla gioia e alla confusione che provo per l’essere viva". L’opera prodotta appositamente per il MACRO sarà composta da acciaio, plexiglas, oggetti di seconda mano e pittura.
Queste opere offrono una chiave d’accesso a un’altra dimensione ma si presentano al contempo come cose tra le cose: esse infatti "non esistono in quanto [meri] riferimenti, allusioni, rappresentazioni o metafore … [ma] rimangono nel nostro spazio come cose in sé, reali come un tavolo o un albero".
Attraverso l’atto creativo Sarah Braman concretizza stati d’animo e sensazioni del momento, memorie personali e collettive, visioni fisiche e poetiche che generano un’unione sospesa tra passato e presente, realtà e immaginazione. Nel tentativo di liberarsi dalla necessità della rappresentazione, le sculture approdano quindi a un equilibrio all’apparenza precario ma che, grazie a uno sguardo attento e mobile, si rivela stabile e naturale.
Un approccio estatico e istintivo verso il mondo e l’arte, che emerge nelle parole dell’artista: "Più canzoni d’amore perché non so nulla. Disegna nella sporcizia. Costruisci una capanna. Costruisci un monumento! Facciamo sesso! Non capisco la corporeità del nostro pianeta. Com’è possibile? Il colore è un miracolo. Com’ ‘essere liberi’ qui? La morte arriva, sempre".
“Lay Me Down” (Sdraiami / Stendimi), titolo della mostra, si presenta come un atto di abbandono rispetto all’inevitabilità della perdita; una consapevolezza ben presente nelle opere della Braman, che colgono la pienezza dell’istante nel momento del suo mutare. Luce e colore, elementi scultorei per eccellenza, rappresentano la sintesi di questa volontà di cambiamento, che si concretizza poeticamente nelle sue opere.
Sarah Braman è nata a Tonawanda (New York, USA) nel 1970, attualmente vive e a lavora a Amherst (Massachussetts, USA.). Nel 1999, dopo il diploma presso la Tyler School of Art di Philadelphia, si aggiunge a Phil Grauer, Wallace Withney e Suzanne Butler in CANADA, uno spazio espositivo alternativo, gestito da artisti nel Lower East Side di Manhattan, dove nel 2000 presenta "Crystal Show", la sua prima personale. Dopo numerose mostre tra Stati Uniti e Canada, nel 2006 Braman espone in Europa, prendendo parte a due collettive rispettivamente presso la Galleri Christina Wilson di Copenhagen (Danimarca) e la Counter Gallery di Londra (Regno Unito). Tra i più interessanti artisti emergenti statunitensi, Sarah Braman ha partecipato a eventi espositivi di rilevanza internazionale, quali l’Armory Fair di New York (2009) e la Biennale di Lisbona (2010); le sue opere figurano inoltre in importanti collezioni pubbliche e private come la De La Cruz Collection di Miami (USA). Tra le mostre più recenti (2010) si segnalano le personali "Indian Summer" e "April Trip", rispettivamente presso l’istituto Le Confort Moderne di Poitiers (Francia) e la galleria Museum 52 di New York (USA), e la bipersonale "Sarah Braman & Peter Alexander" alla Franklin Parrasch Gallery di New York (USA). Dello stesso anno anche la partecipazione a "The Shape of Things to Come: New Sculpture" presso la prestigiosa Saatchi Gallery di Londra (Regno Unito).
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