Sulle pareti della Hall verranno ospitate le raffinate e sorprendenti sculture in ceramica di Pablo Echaurren, artista romano la cui opera spazia dalla pittura alla scultura, dall’illustrazione al collage. Sei opere che fanno dialogare inaspettatamente estetica barocca e musica rock, in una commistione di generi e universi che spiazza lo sguardo e la mente.
Si intitola Baroque’n’roll il nuovo progetto artistico di Pablo Echaurren, artista romano la cui opera spazia dalla pittura alla scultura, dall’illustrazione al collage. Sei grandi sculture in ceramica, realizzate dalla Bottega Gatti di Faenza, popolano la hall del museo, simili alle edicole barocche che punteggiano le strade e le piazze di Roma.
Partendo dalla profonda comprensione del Barocco, Echaurren ha avviato una rilettura di quello stile vertiginoso e dinamico, animando le reminiscenze del passato con immagini moderne legate alla musica rock: le edicole, piccole strutture architettoniche, un tempo dedicate a ospitare immagini sacre, contengono in questo caso diverse forme di bassi elettrici, materializzazioni dei ritmi ossessivi e rivoluzionari del rock’n’roll.
L’artista afferma. “Le mie edicole sacralizzano uno strumento che è cuore pulsante, cuore elettrico, cuore collettivo. Lo raccontano in maniera plastica e lo offrono al passante. Nei diversi tipi di basso ciascuno può ritrovare la propria musica, ricostruire una colonna sonora, scaricare una playlist totale mentale”.
La poetica del sensazionale, del meraviglioso, l’idea di arte come modo di pensare figurato, l’allegoria, il metamorfismo, il grottesco, i paradossi, i motti di spirito, l’onirismo, sono le note barocche di cui Echaurren si appropria nel proprio lavoro.
Altri luoghi comuni dell’estetica molteplice, simultanea e avvolgente del barocco, attraversano da sempre la cifra stilistica dell’artista: l’horror vacui, inteso come paura e al contempo tentazione dell’abisso, e lo spiazzamento logico e percettivo.
Seguendo una logica paradossale, iconoclasta e immaginosa, Echaurren fa entrare in rotta di collisione il barocco con il rock e non solo per facile assonanza. Anche il rock genera la perdita d’identità, stimolando vertiginosi movimenti e spezzando l’unità per ruotare intorno a più centri. Sono questi elementi, insieme a una acuta riflessione sul lessico futurista, altro grande polo della formazione e dell’immaginario di Echaurren, che costituiscono la base di Baroque’n’roll. Un mondo plastico provocatorio e paradossale in cui convivono senza soluzione di continuità le forme sinuose dei bassi elettrici, astratti cieli stellati, ricche cornici barocche popolate di putti e teschi e raggi di luce dorata.
In occasione della mostra è pubblicato un catalogo edito da Gli Ori – Fondazione Echaurren Salaris, con un testo di Nicoletta Zanella un contributo di Umberto Croppi, un’intervista all’artista di Luca Massimo Barbero e una di Guglielmo Gigliotti.
Pablo Echaurren (Roma, 1951) nasce da Angela Faranda, attrice italiana, e dal pittore cileno Roberto Sebastian Matta Echaurren. Inizia a dipingere a diciotto anni e tra il 1973 e il 1975 espone a Roma, Milano, Basilea, Philadelphia, Zurigo, Berlino, New York, Bruxelles. Nel 1975 partecipa alla Biennale di Parigi. Nel 1983 è al Palazzo delle Esposizioni di Roma (con Altan e Andrea Pazienza), dove tornerà nel 1995 con una mostra personale di omaggio al Futurismo. È presente in numerose rassegne, tra cui, Anniottanta (Bologna, 1985), XI Quadriennale (Roma, 1986), Artoon (Roma, 1989). Sullo sfondo dell’ultima pop art, dell’arte povera, del minimalismo e del concettuale, nei primi anni settanta mette a punto un proprio universo lessicale in cui confluiscono varie sollecitazioni, dal segno di Hokusai alle citazioni fumettistiche di Roy Lichtenstein, ma anche le immagini scientifiche dei libri di storia naturale, e l’orizzonte dei comics. In un secondo momento, il confronto con la storia dell’arte si allarga in un costante dialogo con le avanguardie storiche, rivisitate con lo sguardo d'un abitante del villaggio globale, nutrito di immagini telematiche e messaggi massmediatici.
La sua ricerca pittorica si dilata anche nella direzione dell’arte moltiplicata. Disegna copertine, manifesti, calendari, pubblicità e fumetti. Dal 1997 è Accademico di San Luca. Nel 2004 il Comune di Roma ha promosso la mostra antologica Pablo Echaurren. Dagli anni settanta a oggi nelle sale del Chiostro del Bramante.
Dopo la personale all’Auditorium di Roma (2006), dedicata alla sua band preferita, i Ramones, nel 2007 ha girato il film The Holy Family. Nel 2009 il MIAAO (Museo Internazionale di Arti Applicate Oggi) di Torino celebra il centenario del Futurismo con una mostra incentrata sul lavoro di Echaurren. Nel 2010 la Fondazione Roma Museo ospita una retrospettiva (curata da Nicoletta Zanella) dal titolo Crhomo Sapiens.