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NICOLA CARRINO: RICOSTRUTTIVO

26 ottobre 2010 > 6 febbraio 2011
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazone - Sovraintendenza ai Beni Culturali

La hall del Museo si trasforma in una grande scultura attraversabile, grazie alla scansione del suo spazio proposta da Nicola Carrino: un grande percorso accogliente per il visitatore che l’artista ha concepito appositamente per il cuore pulsante del museo.

Si intitola Ricostruttivo il nuovo intervento che Nicola Carrino, un grande maestro della scultura contemporanea, ha pensato appositamente per la hall del MACRO di via Reggio Emilia in occasione del nuovo ciclo espositivo della stagione autunnale. L’artista ha scelto di “ricostruire” questo spazio così vitale nell’architettura del museo, che ne costituisce il cuore pulsante e il fulcro visivo, collocandovi una serie di grandi parallelepipedi che ne segnano e scandiscono lo spazio, secondo una griglia ideale che propone al visitatore un percorso alternativo e possibile.

L’artista descrive così questo suo intervento: “La scultura è la forma del luogo, anzi il luogo stesso. I Ricostruttivi come i precedenti Costruttivi e Decostruttivi, sono organismi plastici disponibili alla trasformazione, in genere composti da 9 elementi modulari parallelepipedi di 75 x 75 x 300 cm l’uno, di cui 6 realizzati in acciaio inox molato e 3 in acciaio corten. Nell’intervento per MACRO, il Ricostruttivo dispone i 9 moduli in ordine planare, in accordo allo spazio di ingresso, alternandoli orizzontalmente secondo una possibile griglia distributiva. Il risultato di ordine ambientale e partecipativo, determina un contesto unitario luogo-scultura, abitabile e percorribile, in analogia ad un possibile percorso urbano, volumetricamente percepibile secondo valori di luce e materia”.

L’intervento di Carrino per il MACRO si pone in continuità con la sua ricerca plastica, che dagli anni Sessanta si è caratterizzata nella costante relazione con gli spazi condivisi della città: in dialogo con essi, l’artista ha concepito interventi tesi a modificare le loro coordinate spaziali e materiali, creando nuove possibilità di relazione tra ambiente urbano e presenza umana. Carrino pensa la scultura non come entità autosufficiente, oggetto autonomo da collocare nello spazio, ma come presenza razionale che permette di “costruire” e “ricostruire” luoghi possibili di relazione tra esseri umani, attraverso volumetrie, forme, materiali che rendono possibili nuovi percorsi e attraversamenti dello spazio condiviso. Il suo lavoro è sempre una presenza che interroga e modifica il luogo per il quale viene concepito: con esso l’artista instaura un rapporto creativo, interpretandone le dimensioni, le morfologie, le caratteristiche architettoniche, le coordinate spaziali, nell’intento di attivare una sua possibile identità vitale, rendendolo abitabile e percorribile dalla presenza umana in modi inconsueti e nuovi. La scelta dei materiali, nel dialogo tra il lucente e ‘freddo’ acciaio inox molato e il ‘caldo’ acciaio corten alternati secondo una progressione regolare, è funzionale all’idea di voler creare in questo spazio architettonico un luogo dalle diverse ‘temperature’ e intensità luminose.

Con Ricostruttivo, Carrino sottolinea la dimensione di condivisione e praticabilità che caratterizza la hall del MACRO nella sua identità di ‘piazza’ possibile, aperta e accogliente, per la città di Roma: luogo nel quale l’immagine plastica incontra lo spazio, facendo scoprire possibili e nuovi percorsi di relazione per i suoi visitatori.

Nicola Carrino (Taranto 1932) vive e lavora a Roma. Docente di Scultura nelle Accademie di Belle Arti sino al 1992, Accademico di San Luca dal 1993 e Presidente dell’Accademia di San Luca dal 2009. Nel 2009 è nominato Académico Correspondiente dell’Academia Nacional de Bellas Artes de Buenos Aires. Dal 1952 al 1962 si dedica alla ricerca pittorica dal realismo all’informale. Dal 1962 al 1967 fa parte del Gruppo 1 di Roma svolgendo ricerche razionali. Dal 1967 progetta opere pubbliche in relazione all’architettura e al paesaggio e realizza interventi installativi con sculture modulari in ferro e acciaio inox, componibili e trasformabili che denomina Costruttivi Trasformabili, Decostruttivi, Ricostruttivi. Partecipa alle Biennali di Venezia (1966, 1970, 1976, 1986), di Parigi (1967), di San Paolo del Brasile (1971, 1979), alle Quadriennali di Roma (1965, 1973, 1986, 1999). Sue opere sono presenti nelle collezioni romane della GNAM, della Fondazione La Quadriennale e del MACRO, del MUSMA di Matera, del Mart di Rovereto, del Neues Museum für Moderne Kunst di Norimberga, del Museum Boymans Van Beuningen di Rotterdam e del Tel Aviv Museum of Art. Fra le opere permanenti in spazi pubblici realizza il Rilievo di facciata del Complesso Corviale IACP (Roma, 1974) e il Riassetto Urbano della Piazza Fontana (Taranto, 1983-1992). Nel 1971 riceve il Premio Internazionale Bienal de São Paulo alla XI Biennale di San Paolo del Brasile.


Il catalogo in fascicoli da collezionare, ordinabili cronologicamente o tematicamente
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