curated by Antonio Arévalo and Leandro Pisano
Promoted by Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, produced by Ambasciata del Cile a Roma and by Interferenze New Arts Festival, and realized in collaboration with Tsonami Arte Sonoro
Servizi museali Zètema Progetto Cultura
Sponsor Sistema Musei in Comune
In collaboration with MasterCard Priceless Rome
With the technical contribution of Ferrovie dello Stato Italiane
Media Partner Il Messaggero
Servizi di Vigilanza Travis Group
L’esposizione vede proposti per la prima volta in Italia i lavori di cinque sound artists cileni. L’esplorazione sonora di paesaggi del Cile, dal deserto di Acatama fino alla regione della Patagonia: è questo il filo conduttore delle installazioni realizzate dagli artisti sonori con l’obiettivo di rileggere e ridare luce, attraverso la prospettiva dell’ascolto, a geografie e storie messe ai margini nel contesto globale.
L'esposizione è curata da Antonio Arévalo, critico e curatore, addetto culturale dell’Ambasciata del Cile in Italia, e da Leandro Pisano, curatore, teorico e ricercatore sonoro indipendente, fondatore di Interferenze New Arts Festival e del progetto di residenza artistica sonora e rurale Liminaria.
In mostra ci saranno: Fernando Godoy, che ha catturato l’impronta acustica del deserto di Atacama come luogo di sospensione tra passato e futuro; Claudia González Godoy, che ha catturato il rumore del fiume Mapocho, il cui sgocciolio rappresenta il suono dello scorrere del tempo; Sebastian Jatz, il quale ha realizzato un’istallazione sonora costruita secondo i principi dell’arpa eolica; Rainer Krause, che indaga attraverso il suono della voce la connessione tra l’uomo e il territorio in cui vive; Alejandra Perez Nuñez, la cui opera interattiva rappresenta una cartografia sonora della penisola antartica.
Una riflessione sul ruolo sempre più rilevante della sound art all’interno del panorama dell’arte contemporanea ma anche del suono nelle scienze umane e sociali. Attraverso l’arte, il suono emerge come linguaggio e dispositivo autonomo in grado di mettere in discussione paradigmi costituiti, superando un inquadramento puramente musicologico. “Otros sonidos, otros paisajes” rappresenta non solo un momento significativo di incontro culturale, ma anche una stimolante opportunità per riflettere sull’importanza del suono come elemento di forte connessione con gli spazi che attraversiamo e che, grazie alla prospettiva espressa dai cinque artisti coinvolti, fa emergere narrazioni finora rimaste inascoltate.