Protagonisti del quarto appuntamento della rassegna che indaga la ricerca degli artisti italiani emersi negli anni ’90, sono Simone Berti (Adria, 1966) e Cuoghi Corsello (Monica Cuoghi, Bologna, 1965 – Claudio Corsello, Bologna, 1964).
A partire dagli anni Novanta Berti conduce una ricerca che muove dal concetto di precarietà, una istanza così forte da affermarsi come motivo generazionale e influenzare il lavoro di tanti altri artisti suoi coetanei. Se le prime opere dell’artista ragionavano sull’incertezza e la marginalità delle persone, ritratte all’interno dei propri nuclei familiari, nel tempo il suo immaginario si è popolato di figure in equilibrio instabile tratte dalla natura e dal paesaggio: animali, architetture e meccanismi che si sviluppavano in forme surreali.
Per il MACRO l’artista ha realizzato dipinti in cui evolve la sua riflessione sulle relazioni della forma dipinta, mettendo a dialogo figure sedimentate nel nostro immaginario collettivo e segni astratti in un gioco che evoca opere del passato più remoto ed esperimenti della pittura del Novecento. Ne risultano icone a metà tra antico e contemporaneo, in cui la categoria del tempo è superata dalla convivenza di colori e forme, che l’artista collega sospendendo qualsiasi giudizio estetico.
Le opere saranno illuminate da una lampada costruita ad hoc dall’artista, che inciderà sullo sguardo dello spettatore e sull’atmosfera che avvolgerà i suoi dipinti nello spazio.
Cuoghi Corsello possono essere considerati pionieri della street art italiana, senza tema di smentita. Nella seconda metà degli anni Ottanta hanno popolato Bologna e molte altre città d’Italia con le loro icone, a metà tra figure animate e segni grafici: in particolare, Pea Brain, CaneK8 e SUF.
Nel corso del tempo, la loro ricerca è approdata in gallerie d’arte, spazi no profit e musei pubblici, dove hanno iniziato a presentare installazioni, dipinti e interventi sonori legati al loro personale immaginario, popolato di elementi surreali che dialogano con lo spazio urbano.
Al MACRO sono stati coinvolti in un esperimento assolutamente originale. Cuoghi Corsello hanno esplorato i depositi del museo, dove è conservata la collezione permanente, selezionando centinaia di dipinti che documentano una stagione della pittura italiana tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta ancora piuttosto inesplorata. In quel periodo il Comune di Roma ha arricchito le proprie collezioni attingendo spesso a mostre-concorso, rassegne, premi, donazioni di associazioni o enti assistenziali, che hanno permesso di documentare una generazione di pittori che hanno rivolto il loro sguardo al paesaggio italiano, agli interni e ai ritratti, muovendosi nel solco della tradizione figurativa nel Novecento, mentre le avanguardie indagavano altri linguaggi sperimentali. Il loro lavoro testimonia la persistenza della figura nella pittura, non scevra da un senso nostalgico.
Cuoghi Corsello costruiranno un dialogo aperto tra i dipinti, cucito da una installazione al neon prodotta per l’occasione: un filo di luce che solcherà lo spazio espositivo, animato attraverso una composizione di suoni ideata dagli artisti. Il suono accenderà il neon, che si trasformerà in un fulmine, per irradiare i dipinti estratti dalla collezione del museo.
Biografie
Simone Berti, vive e lavora a Bruxelles. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, alla Kingston University-Multimedia Department a Londra e il Corso Superiore di Arti Visive alla Fondazione Ratti a Como con Joseph Kosuth, ha esposto il suo lavoro in gallerie e musei, partecipando a mostre internazionali di prestigio come Fare Mondi / Making Worlds, 53a Biennale di Venezia (2009); Egofugal – 7a Biennale di Istanbul (2001); Borderline Syndrome: Energies of Defence, Manifesta 3, Ljubljana (2000). Nel lavoro di Simone Berti, tutto parla d’incompletezza: gli arti (sia umani sia animali) hanno bisogno di essere sostenuti e puntellati, i corpi stanno insieme grazie a giunture e protesi, le macchine funzionano spesso a vuoto e soltanto grazie a sistemi di assemblaggio che appaiono complessi, rudimentali e pericolanti.
Cuoghi Corsello, artisti basati a Bologna, lavorano in coppia dal 1986. Noti per i loro interventi di street-art realizzati in mezza Italia – Pea Brain, CaneK8 e SUF sono le loro icone più diffuse – operano su più fronti, dalla musica alla video-animazione, dall’installazione al graffito, dall’adesivo al writing (hanno creato tra l’altro la facciata simbolo del Link Project nel 1995). I loro lavori sono stati presentati in gallerie e centri italiani e stranieri: a Bologna, oltre ogni angolo della città, nella storica galleria Neon, alla Galleria d’Arte Moderna e a MAMbo, e nei diversi loft/studio che hanno custodito nel corso degli anni (dalla prima fabbrica occupata Il Giardino dei Bucintori, gli ex Magazzini Generali Raccordati della Banca Del Monte, all’ex Concessionaria FIAT). La storia musicale di Cuoghi e Corsello inizia a Bologna dagli anni ’80. Claudio Corsello ha iniziato a sperimentare molto giovane con diverse formazioni tra cui i due gruppi musicali dei quali Cuoghi e Corsello hanno fatto parte: cavalla cavalla e RN.