Mostra realizzata in occasione del sessantennale della scomparsa del grande artista futurista Prampolini (Modena 1894 – Roma 1956)
Project Room #2 e Biblioteca
Il progetto espositivo, pensato come un’incursione nel vivo della progettualità prampoliniana, segna il ritorno in un museo romano di Prampolini a distanza di più di vent’anni dalla grande mostra antologica allestita al Palazzo delle Esposizioni nel 1992.
Nella Biblioteca del MACRO sono esposti oltre 150 documenti provenienti dall’Archivio Prampolini, donato nel 1992 dagli eredi dell’artista al Comune di Roma e conservato presso il Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV) del MACRO.
L’archivio custodisce una cospicua raccolta documentale relativa ai molteplici campi di attività di Prampolini: dal teatro alla scenografia, dalla riflessione teorica alla produzione di scritti e manifesti, dalla partecipazione e organizzazione di mostre al ruolo svolto come promotore e organizzatore culturale, dall’attività di critico all’insegnamento. Molte le lettere che testimoniano i contatti di Prampolini con numerosi esponenti della cultura italiana ed estera.
Le carte in mostra, appunti, schizzi, note e minute, in gran parte inedite, sono suddivise in cinque sezioni: Prampolini teorico e disegnatore: testi, schizzi, bozzetti e grafica - Nel teatro e nella scenografia di Prampolini - Picasso (ri)visto da Prampolini - Lettere e cartoline dall’arte - Prampolini e Capri.
La mostra si sviluppa inoltre negli spazi della Project Room #2 al primo piano del museo, presentando una serie di lavori, in parte inediti, realizzati da Prampolini tra la metà degli anni venti e i primi anni cinquanta del secolo scorso: schizzi, disegni, taccuini contenenti appunti visivi, progetti architettonici e allestitivi, che, insieme a una selezione di bozzetti e figurini realizzati da Prampolini per il Teatro dell’Opera di Roma – rispettivamente per gli spettacoli Il castello nel bosco del 1931, La Tarantola del 1942 e Bolle di sapone del 1953 – raccontano da vicino la poliedricità del linguaggio prampoliniano e restituiscono in pieno il senso di una ricerca costantemente rivolta alla sperimentazione e all’applicazione in campi diversi, dal disegno alla pittura, dalla scenografia teatrale all’architettura, accompagnando lo spettatore all’interno di un percorso artistico colto nel vivo della sua evoluzione in una fase storica cruciale – quella compresa tra gli anni Trenta e l’immediato secondo dopoguerra – nell’ambito della sperimentazione artistica italiana e internazionale.