Il festival è promosso dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale, co-prodotto dal MACRO e Zètema Progetto Cultura con la direzione artistica di Marco Delogu.
Con la partecipazione di: Accademia di Francia a Roma - Villa Medici; Accademia Tedesca - Villa Massimo; Azienda Unità Sanitaria Locale Roma E - Santa Maria della Pietà; IIla; MiBAC; ICCD - Istituto Nazionale per la Grafica - Museo Arti e Tradizioni Popolari; Officine Fotografiche - Emerging European Talents; Palazzo delle Esposizioni; Forum Austriaco di Cultura; Studio Legale Graziadei; GQuadro Advertising; Save The Children.
Le fotografie di Asger Carlsen documentano un mondo visionario, dove il grottesco, l’assurdo e il surreale assumono i contorni dell’ordinariamente normale. A prima vista, Wrong appare come una collezione di momenti di banale quotidianità, ritratti vernacolari o documenti di piccoli eventi di cronaca. Riconosciamo il contesto di queste immagini come fin troppo familiare, ma le persone e le creature che abitano questa realtà distorta sono tutt’altro. Oscure presenze ibride e geneticamente viziate, personaggi con protesi per arti rudemente fatte in casa, mutanti a due teste e strane conformazioni innaturali: queste sono alcune delle allucinazioni che popolano il mondo distopico di Wrong. Eppure, il profondo senso di disagio provocato dalla vista di queste immagini ha un’altra fonte. Anche se i corpi sono riconoscibilmente costrutti immaginari, la loro esistenza e comunque all’interno del regno del possibile o concepibile. Questo perché la fotografia ha un potere penetrante che la pittura, la scultura o il disegno non hanno: nonostante le riserve della nostra mente critica, siamo costretti ad assumere che l’oggetto raffigurato esiste realmente.
Carlsen crea le sue fotografie catturando le immagini con la macchina fotografica per poi manipolarle e alterarle con un processo di editing digitale. La messa in scena e il ritocco consentono la creazione di illusioni ottiche con cicatrici invisibili. L’illuminazione dura e diretta del flash e la scala di grigi del bianco e nero infondono un tono di autenticità.
L’immagine digitale non condivide più le funzioni essenziali della fotografia volte a documentare l’esperienza. Carlsen rappresenta una generazione di artisti che in modo aggressivo sfruttano le potenzialità di editing delle immagini digitali per i loro processi creativi. La sua finzione artistica non concerne la verità o la falsità, ma la nostra facoltà di credere.
Wrong deve essere interpretato come un sollievo dalla realtà. Una visione inquietante e disturbante del quotidiano che ci costringe a mettere in discussione i presupposti di obiettività, memoria e documento del mezzo fotografico. Carlsen attraversa lo specchio della cultura visiva moderna occupando una posizione parallela nella nuova cultura del virtuale e della speculazione. La questione di rappresentare la realtà lascia il passo alla costruzione del senso.