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GREGOR SCHNEIDER

29 maggio > 31 agosto 2008
a cura di Danilo Eccher

L'inaugurazione a MACRO precede di un giorno un'altra personale di Schneider, in piazza San Marco a Venezia presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, per la quale l'artista ha progettato un singolare percorso in un tunnel buio dove riprende il progetto della Ka’aba alla Mecca. Il catalogo Electa, documenterà entrambe le iniziative.

Si ringrazia Fondazione Bevilacqua La Masa, Comune di Venezia

Immagine: PAOLO CHIASERA/MACRO, Forget the heroes, 2008, Still da video, Tecnica mista; 4 canali video, Foto: Luca Fontana, Collezione MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma

Per la mostra realizzata a MACRO Gregor Schneider si concentra sull’idea del doppio, motivo conduttore di tutta la sua produzione. Gli ambienti ricostruiti al Museo sono: il bagno, la camera da letto dei genitori, una cella di isolamento. Quest’ultima, è ispirata alle celle di sicurezza del Campo V del carcere di Guantánamo di Cuba e fa parte della ricerca di Schneider su spazi socialmente rilevanti. Le sale speculari, vengono collegate da una porta girevole, come quella delle hall degli hotel, installata sul ponte vetrato al secondo livello del Museo.

MACRO presenta, presso le Sale MACRO, la personale dell’artista tedesco Gregor Schneider nato nel 1969 a Rheydt, una piccola città in una regione industriale della Germania. La casa di famiglia, una villetta dall’apparente normalità, è il luogo da cui continua a svilupparsi - dal 1985 - la sua ossessiva indagine artistica.
La ricostruzione di tutti gli spazi della casa di Rheydt gli valse il Leone d’oro nel 2001 alla 49ma Biennale di Venezia presso il Padiglione Tedesco (Totes Haus u r).

Haus u r (La casa morta) è il titolo del progetto di rivisitazione degli spazi domestici della casa di famiglia, portato avanti per circa vent’anni. Gli ambienti della casa sono oggetto di un incessante lavoro di modificazione attraverso la costruzione di muri, di fessure, di corridoi, di finestre murate, di tunnel, che fanno dell’edificio di Rheydt un’opera d’arte in continuo divenire.
Schneider è arrivato a coprire le porte e le finestre dell'edificio con pannelli isolanti nell’intento di rendere la casa un claustrofobico contenitore, totalmente isolato dal mondo esterno.
Dal 1990 l’artista ha cominciato a riprodurre alcuni ambienti domestici presso spazi espositivi. Ogni volta che ciò accade le stanze prescelte “spariscono” dalla casa tedesca.

Per la mostra realizzata a MACRO Gregor Schneider si concentra sull’ idea del doppio, motivo conduttore di tutta la sua produzione, come nel progetto Die Familie Schneider (2004) per cui ha realizzato due identici appartamenti collocati al civico 14 e al civico 16 di Waldenstreet in un quartiere all’East End di Londra.
L’opera viene ora sintetizzata nella esatta specularità degli ambienti ricostruiti al Museo; il bagno, la camera da letto dei genitori, una cella di isolamento. Quest’ultima, è ispirata alle celle di sicurezza del Campo V del carcere di Guantánamo di Cuba e fa parte della ricerca di Schneider su spazi socialmente rilevanti. Le sale speculari, vengono collegate da una porta girevole, come quella delle hall degli hotel, installata sul ponte vetrato al secondo livello del Museo.

Le pareti, i pavimenti, e i corridoi delle Sale MACRO si presentano “total black”, nell’intento di celare l’architettura del Museo e di disorientare il pubblico.
All’interno degli ambienti ricostruiti sono presenti alcuni corpi-manichino che rimandano alla strane presenze che cominciano a popolare gli interventi di Schneider dalla fine degli anni novanta.

Tra le mostre personali: quelle presso il MOCA Museum of Contemporary Art di Los Angeles (2004), il Museu de Arte Contemporãnea de Serralves di Oporto (2005), la Fondazione Morra Greco di Napoli (2006).
Tra le collettive: nel 2005 presso il MMK Museum für Moderne Kunst di Frankfurt, nel 2007 Into Me/Out of Me presso il PS1 di New York, il KW di Berlino, e MACRO FUTURE e La città che sale. We try to build the future presso MACRO FUTURE (2007-2008). È inoltre presente alla I Biennale di Atene (2007).